Esempio Richiesta Riduzione Orario Di Lavoro
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In questa guida completa sulla richiesta part time per i figli, ti spiego come passare da un lavoro a tempo pieno a tempo parziale, in caso di figli minorenni, oppure disabili, con DSA. Ti spiego la procedura, i diritti che ti spettano e ti fornisco un fac simile lettera di richiesta part time da consegnare al datore di lavoro.
Per esempio: hai già fatto due mesi di astensione facoltativa, te ne rimangono quindi altri quattro. Decidi però di interrompere e tornare a lavoro. Per i prossimi quattro mesi, ossia i mesi restanti in cui ti sarebbe spettata la facoltativa, puoi chiedere il part time.
La richiesta va bene non solo per il passaggio da full time a part time, ma anche per una rimodulazione di un part time già esistente. Per esempio, supponiamo che prima della maternità tu lavoravi part time, nello specifico 32 ore a settimana. Ora vorresti passare a 26 ore a settimana: quindi si tratta di una riduzione di un part time già esistente. Il modulo da usare è lo stesso.
Fino al primo anno di vita del bambino o entro un anno dall'ingresso in famiglia del minore adottato o in affidamento, la lavoratrice e il lavoratore dipendente hanno diritto a due ore al giorno di riposo, se l'orario di lavoro è di almeno sei ore giornaliere, e a un'ora, se l'orario è inferiore a sei.
Al contrario di quanto visto per alcune tipologie di contratto come per esempio quello di apprendistato che si può applicare solo ad alcuni settori di attività e alcune situazioni soggettive del lavoratore, il contratto di lavoro part time non subisce queste limitazioni e può essere esteso a tutti i settori e le tipologie di lavoro e può essere proposto sia ai lavoratori senza lavoro o disoccupati, sia a quelli con un altro lavoro o che sono in sostituzione maternità, sia i lavoratori che si trovano in mobilità.
Per quello che concerne i diritti del lavoratore a tempo parziale o part time sono fatti salvi i diritti per quello che concerne per esempio la conservazione del posto del lavoro in caso infortunio o malattia e lo stesso si applicherà nella determinazione delle componenti economiche a questi corrispondenti in ragione della quantità di ore spese per il lavoro rispetto ad un collega a tempo indeterminato.
Il datore di lavoro può chiedere al lavoratore lo svolgimento di ore di lavoro supplementare, nel limite del 25% delle ore di lavoro settimanali concordate e indicate nel contratto di lavoro. La retribuzione di queste potrà essere anche inferiore a quella ordinaria ma deve essere concordata tra e parti. IN assenza di pattuizione esplicita le ore aggiuntive devono essere pagate in misura pari almeno alla paga oraria ordinaria. In alternativa al 125% del loro valore come avviene in altre tipologie contrattuali. Si raccomanda la richiesta scritta onde evitare di prestare il fianco a rivendicazione sia del lavoratore che potrebbe lavorare (come spesso si sente) molti più di quello richiesto sia del datore di lavoro che potrebbe così esporsi a vertenze del lavoratore.
I permessi per allattamento sono uno dei diritti garantiti alla neomamma, ma anche al neopapà, che vengono sanciti e dalle leggi che tutelano la maternità. Vediamo quando si può chiedere una riduzione dell'orario per allattamento e come procedere.
I permessi sono due, di un'ora ciascuno, che possono anche essere cumulabili tra loro. Se il contratto di lavoro prevede un orario inferiore alle sei ore, allora il permesso di allattamento sarà di un'ora. In caso di parto gemellare i permessi sono raddoppiati.
Come precisa l'INPS, nel caso di fruizione di asilo nido o di altra struttura idonea, istituiti dal datore di lavoro nell'unità produttiva o nelle immediate vicinanze di essa, i riposi si riducono della metà: quindi un'ora, in caso di orario giornaliero di lavoro pari o superiore a sei ore; mezz'ora, in caso di orario giornaliero di lavoro inferiore a sei ore.
In questa scheda rendiamo disponibili alcuni modelli di lettera modifica orario di lavoro, ovverosia fac simili che il prestatore può utilizzare per richiedere al proprio datore di lavoro una variazione della distribuzione dell'orario di lavoro nell'arco della settimana.
Una comunicazione di questo tipo va fatta nel momento in cui il lavoratore, per una qualche ragione, ha difficoltà nel rispettare l'orario che gli è stato assegnato dal datore: ha trasferito la propria residenza altrove e la mattina impiega più tempo per raggiungere il luogo di lavoro, oppure deve sottoporsi a dei cicli di cure pomeridiani e per questo motivo ha la necessità di uscire dall'ufficio un'ora prima del previsto, oppure il pendolino ha modificato l'orario di partenza e ciò gli impedisce di arrivare in perfetto orario al mattino e così via.
In ogni caso sulla modifica dell'orario, il lavoratore deve ottenere l'esplicito assenso del proprio datore. Dunque è quanto mai opportuno che in merito alla richiesta pervenuta, il datore o comunque il responsabile del personale si pronunci in maniera formale, predisponendo una comunicazione scritta con cui accetta o rifiuta la modifica, nel rispetto di quanto previsto dal CCNL di riferimento.
Chiaramente se per effetto della modifica dell'orario di lavoro, il lavoratore o la lavoratrice fosse costretto/a a rinunciare alla pausa pranzo che gli/le spetterebbe per contratto, sarebbe opportuno che tale aspetto fosse richiamato sulla lettera, così da sollevare l'azienda da ogni eventuale responsabilità.
I permessi retribuiti previsti dai Ccnl spettano solo ai lavoratori ai quali si applica il contratto collettivo. Se, ad esempio, la lettera di assunzione prevede che il rapporto di lavoro non è disciplinato da alcun contratto collettivo il lavoratore potrà accedere solo ai permessi retribuiti previsti direttamente dalla legge. Ma quante ore di permesso spettano? Non esiste una risposta univoca a questa domanda poiché, come abbiamo detto, questi permessi trovano la loro disciplina nel singolo contratto collettivo che li prevede.
Attenzione: il facsimile può essere predisposto solo per variazioni di orario di lavoro da tempo parziale a tempo parziale (non è utilizzabile quindi per trasformazioni da tempo pieno a tempo parziale e/o viceversa)
Guida alla richiesta del part time, lavoro a tempo parziale per i docenti già assunti in ruolo. Una scelta che può interessare per vari motivi, da quelli personali a quelli professionali. La normativa utile.
Al termine dei due anni non è necessaria alcuna richiesta di proroga se si decide di proseguire il rapporto di lavoro part time (a meno che nel contratto stipulato non sia stata indicata una precisa scadenza). Invece il ritorno al tempo pieno deve essere esplicitamente richiesto.
Il part-time pluriennale viene autorizzato per la durata di 5 anni scolastici.Si configura come un anno di riposo a fronte di 4 anni scolastici in cui la prestazione lavorativa deve essere resa a tempo pieno (36 ore settimanali).L'articolazione PLURIENNALE è rivolta al personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato ed orario di servizio pieno con una anzianità di servizio di almeno 10 anni.
Nel momento in cui si rientra al lavoro dopo il periodo di congedo obbligatorio, «la madre (o il padre) può fare richiesta di trasformare il proprio orario di lavoro da pieno a part time» spiega Sara Bressanelli, HR manager di Facile.it, la piattaforma che permette il confronto delle migliori offerte di servizi tra cui assicurazioni, mutui, prestiti e conti correnti.
La possibilità riguarda solo i lavoratori dipendenti, mentre non è prevista per i liberi professionisti.«La normativa è cambiata dopo il Jobs Act che ha introdotto il congedo parentale (la cosiddetta maternità facoltativa) a ore di cui la richiesta di part time è l'alternativa. La trasformazione dell'orario da pieno a part time, infatti, può essere richiesta per un massimo di sei mesi e previa rinuncia del congedo parentale».
Ci sono poi due ulteriori specifiche: «La richiesta poi può essere fatta solo una volta e la riduzione oraria non può essere superiore al 50% del monte ore previsto dal proprio contratto».
La domanda deve essere fatta direttamente al datore di lavoro, senza passare dall'Inps, finito il periodo di congedo obbligatorio. «Ovviamente lo stipendio verrà calcolato sulla base del nuovo impegno orario della donna».
Esiste una normativa specifica prevista dal contratto collettivo nazionale del commercio. «Nell'ottica della conciliazione vita privata-lavoro, l'articolo 90 prevede che le lavoratrici con contratto a tempo indeterminato possano fare richiesta di part time e l'azienda è obbligata ad accogliere questa domanda solo nella casistica del 3% dei lavoratori che costituiscono quell'unità produttiva».
Ciò significa che al momento del rientro si fa la richiesta e si verifica quante persone in quel momento stanno usufruendo della riduzione oraria. Se si è superata la soglia del 3% l'azienda può rifiutare di concederlo.
I contratti di lavoro part time sono sempre più diffusi. Una tipologia contrattuale particolarmente utile e interessante per particolari categorie (ad esempio studenti e genitori), perché consente di conciliare meglio il lavoro con lo studio o con la vita privata e familiare.
Il datore di lavoro deve riportare la durata della prestazione lavorativa e la collocazione temporale dell'orario, ovvero il numero di ore e giorni lavorativi settimanali, sul contratto di lavoro. In ogni caso, le ore possono comunque essere facilmente verificate facendo sempre riferimento alle tabelle presenti sul Contratto collettivo nazionale di lavoro. 2b1af7f3a8